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dCBT: come curare l’insonnia con la terapia cognitivo-comportamentale digitale

I ritmi della società odierna rendono sempre più comuni i disturbi come l’insonnia.

Tale disturbo causa delle ripercussioni in ambito sociale, lavorativo/scolastico e comportamentale 

Avere una buona qualità del sonno, dunque, svolge un ruolo chiave nel mantenimento della salute e del benessere.

In questo senso, negli ultimi anni, i servizi di e-health (salute digitale) hanno rivoluzionato notevolmente l’assistenza sanitaria attraverso il supporto di strumenti informatici e fornendo una valida alternativa ai trattamenti tradizionali dell’insonnia come la Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT)

dCBT: la digital cognitive behavioural therapy

A tal proposito l’FDA (Food and Drug Administration) ha approvato una terapia digitale (Somryst) della Pear Therapeutics.

Tale terapia può essere utilizzata mediante un’applicazione scaricabile su un qualsiasi device, come uno smartphone o un tablet, per il trattamento degli adulti con insonnia cronica.

In particolare, le terapie digitali (Digital Therapeutics) rappresentano una nuova categoria di “App” che aiutano a trattare condizioni patologiche intervenendo sui comportamenti disfunzionali del paziente e prevedendo il monitoraggio nel tempo dei risultati raggiunti.

Esistono diversi termini che indicano la CBT via web o mobile: Internet CBT (iCBT), CBT computerizzata (cCBT), CBT elettronica (eCBT) o CBT online (oCBT).

Il termine più utilizzato nelle pubblicazioni più recenti è digital CBT, termine che include i precedenti e fa riferimento a tutte le nuove tecnologie.

Luik et al. (2017) individuano tre tipi di Digital Cognitive Behavioural Therapy (dCBT): dCBT come supporto, dCBT guidata e dCBT automatizzata. 

In particolare, queste tre forme differiscono per:

–   tempo speso dal clinico,

–   livello di automatizzazione,

–   costi,

–   scalabilità e quindi la possibilità di un uso estensivo. 

Nella dCBT come supporto, la tecnologia è uno degli strumenti attraverso cui il clinico fornisce la terapia o parti di essa, come app per monitorare i sintomi o proporre esercizi, diari del sonno ecc. 

Abbiamo poi la dCBT guidata in cui al paziente vengono forniti programmi preimpostati con diverse modalità e sessioni che vengono supervisionati a distanza dal clinico, il quale ha un livello di coinvolgimento limitato poiché una parte del processo terapeutico viene automatizzata.

Infine, la dCBT completamente automatizzata che non prevede alcuna forma di supporto da parte del clinico ma solo programmi e contenuti preimpostati, come testi interattivi con video o chatbot con terapeuti virtuali 

Effetti e adesione al trattamento

Miglioramenti nelle prestazioni cognitive, nella sintomatologia di altre condizioni pregresse, diminuita assunzione di farmaci, aumento di tempo totale e qualità del sonno: la dCBT per l’insonnia ha dato prova di efficacia nel medio e lungo termine.

Van der Zweerde e colleghi (2019) evidenziano alcuni fattori che mediano l’adozione e l’efficacia del trattamento online,

In primis, le caratteristiche del singolo.

La Digital Cognitive Behavioural Therapy non è adatta a tutti per svariati motivi: è necessario ci sia una forte motivazione personale e autodisciplina; alcuni pazienti possono non sentirsi a proprio agio e preferire un setting e un trattamento ‘classici’, in studio.

Ancora, molti sollevano dubbi circa i dati condivisi e la privacy, dato che è necessario inserire dati personali e sensibili.

Vanno considerati poi i casi in cui si ha la presenza di un quadro diagnostico complesso che richiede necessariamente un supporto face-to-face.

Quando uomo e macchina si incontrano

Quanto è centrale il coinvolgimento del clinico? 

Alcuni studi confrontano gli esiti del trattamento faccia a faccia con quello digitale (Luik et al., 2017; 2019) mostrando, come intuibile, che essere seguiti da un terapeuta ha un effetto maggiore su aderenza ed esito del trattamento anche quando il supporto avviene solo via mail, chat, forum. 

La presenza del clinico è indubbiamente un fattore fondamentale.

Tuttavia, bisogna considerare che la maggior parte dei programmi dCBT finora utilizzati non sfrutta appieno le possibilità che le soluzioni digitali possono offrire.

Per questo motivo, a fare la differenza potrebbe non essere il supporto umano di per sé quanto flessibilità e facilità di utilizzo dello strumento.

Le sfide future

La digitalizzazione delle terapie le rende più economiche, disponibili 24/7 ovunque e per chiunque, personalizzabili:

–   tipologia di trattamento,

–   intensità,

–   durata, 

–   promemoria

–   strumenti di monitoraggio delle attività, 

Tutto viene pianificato assolutamente su misura.

Tra le sfide future troviamo sicuramente la raccolta di ulteriori evidenze scientifiche e una espansione dell’utilizzo: 

Ne consegue come rimanga dunque tanto da fare in quanto questi strumenti siano compresi e promossi dagli operatori sanitari e siano diffusi standard globali di controllo qualità.

Tuttavia, la CBT saprà adattarsi e svilupparsi stando al passo con l’innovazione digitale, mettendo insieme tecnologia, creatività, ricerca e competenza clinica.

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