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antronomo

Professione? Sono un antronomo e rendo più umane le tecnologie.

Poco tempo fa, è nato il corso di laurea magistrale in Psicologia applicata all’innovazione digitale.

Da qui usciranno i futuri ‘antronomi’, psicologi che forniranno le loro conoscenze per mettere l’uomo al centro della trasformazione digitale.

Il corso è stato presentato presso l’Intesa Sanpaolo Innovation, Center su iniziativa dell’Istituto Universitario Salesiano Torino Rebaudengo (Iusto) con l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi torinese.

La volontà è quella di garantire una formazione specialistica nei settori della psicologia applicati all’innovazione e all’intelligenza artificiale, con insegnamenti teorici e attività pratiche.

Ma di cosa si occuperà l’antronomo?

In particolare, l’antronomo progetterà modelli per migliorare l’interazione uomo-macchina, si occuperà della prevenzione e della cura del disagio psicologico conseguente all’uso delle nuove tecnologie.

L’Innovation Center metterà a disposizione i propri esperti, come la responsabile del Neuroscience Lab Sonia D’Arcangelo, creando occasioni di contatto con partner high-tech nazionali e internazionali.

All’alba di una Trasformazione Digitale

Ma perché sta nascendo questa nuova figura professionale e quali circostanze hanno reso necessaria l’introduzione di tale specializzazione?

Partiamo dal presupposto che l’Europa ha definito una strada ben precisa in direzione delle Intelligenza Artificiali, o perlomeno ci prova.

Ora, poiché tale via, ha, per ora, una natura totalmente antropocentrica, suppone e presuppone nuove e diverse strategie e organizzazioni per la ricerca e per lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale e di tutte le altre tecnologie emergenti.

Il mondo che ci apprestiamo a vivere, digitale, sarà ed è già diverso da quello che abbiamo conosciuto.

In particolar modo su un aspetto: la gran parte delle relazioni, sociali o economiche, avverranno e già avvengono attraverso la mediazione di un sistema digitale.

Lo scambio di ieri e di oggi sarà un domani soprattutto uno scambio di informazioni, di dati.

A tal proposito, in questo contesto sempre più digitale, chi si potrebbe occupare di attuare concretamente le procedure indicate nella via europea all’intelligenza artificiale? 

Rieccoci, quindi, ai soggetto principali di questo articolo: l’antronomo e l’antronomia.

Non a caso, tale neologismo, di derivazione greca, sta a significare una persona che pone l’umano come norma all’interno di un processo di innovazione e in una condizione digitale.

Un professionista che attinge da competenze trasversali di varie discipline e le applica affinché una innovazione tecnologia soprattutto digitale possa essere a servizio dell’umano.

In questo senso, l’antronomo risponde esattamente alle esigenze antropocentriche che la via europea propone e chiede.

Una formazione multidisciplinare

I corsi legati alla figura dell’antronomo dovranno conferire agli studenti, oltre alle conoscenze scientifiche necessarie, ad esempio, a essere psicologo o infermiere o architetto, anche quelle conoscenze di base sulla trasformazione digitale, indispensabili per dialogare con informatici, aziendalisti, ingegneri, fisici che progettano e realizzano innovazione digitale.

L’antronomia nel suo complesso sarà dunque non propriamente una scienza a sé, ma una visione dei saperi legati all’innovazione capace di:

  • tenere insieme saperi e valori,
  • implementare tali valori attraverso specifici saperi non giudicando a valle l’esisto di un processo di innovazione, ma partecipandovi da subito,
  • porsi a monte di tale processo conferendo quelle conoscenze necessarie affinché il prodotto o servizio sia adatto ad essere utilizzato da un essere umano nel raggiungimento dei suoi obiettivi.

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