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Bauman e la condizione dell’uomo post-moderno

Nel 1995, la Microsoft lanciò Internet Explorer, un programma che consentiva di usufruire dei servizi di connettività di internet. I possessori di Windows 95, sistema operativo dedicato ai PC, potevano così, comodamente dal proprio computer, connettersi alla rete.

A vent’anni di distanza la realtà in cui viviamo ha subito trasformazioni radicali che vanno ricercate proprio in questo processo incessante di evoluzione digitale.

Per comprendere meglio i principali cambiamenti socio-culturali, è importante introdurre il concetto di società liquida (Bauman, 2002). Secondo Bauman, infatti, la società occidentale è passata a uno stato di liquidità, o post-modernità, nel momento in cui le esperienze che gli uomini vivono, e le azioni che compiono, hanno iniziato a modificarsi così rapidamente da non avere il tempo di consolidarsi in abitudini.

Il concetto di liquidità infatti ci richiama alla mente qualcosa che scorre, che cola, che filtra, e che sembra rappresentare al meglio l’attuale condizione dell’uomo post-moderno.

L’individuo attuale è privo di riferimenti stabili, ha una personalità cangiante e un’identità ambigua (Cantelmi, 2013, 15-16).

All’interno di questa liquidità si è venuta a riversare l’era digitale che ha rivoluzionato la comunicazione, trasformando radicalmente il concetto di scambio tra persone. In questo modo, con la tecno-liquidità (e quindi la congiunzione di questi due fenomeni) si sono venute a modificare due componenti fondanti dell’organizzazione dell’individuo: la cultura di riferimento ed il vissuto esperienziale e percettivo.

Quali sono dunque i sintomi di quest’epoca? Una modalità di apprendimento virtuale, una quasi totale digitalizzazione delle informazioni, sempre disponibili, giorno e notte, tempi di vita rapidissimi, relazioni tecno-mediate, liquide, fondate sull’ambiguità dei ruoli, sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano la generazione ITSO (Inability To Switch Off).

L’ambiguità, cioè la presenza di identità cangianti, fluide e indefinite che non permettono di assumersi le responsabilità necessarie per costruire una relazione stabile è una delle principali prerogative dell’uomo tecno-liquido.

Riportando il pensiero di Bauman (2010) ad oggi è più facile “rinascere” abbandonando rapidamente ciò che eravamo prima – scartando di noi ciò che era indesiderato – e acquisire un’identità diversa e più attraente. Identità virtuali, rapidissimi cambi di status, ritocchi estetici come la chirurgia o i ‘dimagrimenti lampo’ sono solo alcuni dei mezzi attualmente utilizzati per ‘reincarnarsi’ in una persona completamente diversa rispetto a quella che eravamo ieri.

Potremmo dire che nell’epoca del web la relazione più diffusa ed efficace sia divenuta la connessione che ha molte caratteristiche proprie dell’era digitale: è liquida, fluida, provvisoria, ambigua e consente forme narcisistiche di espressione di sé. I legami stabili rallenterebbero inevitabilmente i tempi di vita, privando l’individuo delle molteplici opportunità socio-affettive che sembrano affacciarsi continuamente per poi dissolversi con la stessa rapidità.

Si pensi alle relazioni che nascono e si sciolgono rapidamente nelle chat o sui social, ambienti virtuali nei quali è possibile entrare in contatto con tantissimi utenti che condividono con noi interessi e passioni e che, gestendo in modo strategico la propria presentazione sul web (ad esempio mediante foto contestualizzate e modificate), risultano accattivanti e spesso seducenti.

Come scriveva il grande Bauman, è tempo di relazioni liquide: i legami sono stati sostituiti dalle connessioni perché disconnettersi non costa nulla. Le relazioni invece richiedono molto impegno.

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