
Ai-da, il robot umanoide che ci insegna l’arte
Tra le stelle dell’arte contemporanea che si sono esibite a Venezia nel corso della celebre Biennale, figura anche Ai-da la più famosa artista robot umanoide del mondo dell’arte.
La sua è stata la prima esibizione di un robot-artista mai presentata tra gli eventi collaterali della Biennale.
Ai-Da, il cui nome è un omaggio alla pioniera della matematica Ada Lovelace, realizza disegni, dipinti e sculture ed è anche una sorta di artista performativo, che interagisce con gli spettatori.
Il suo creatore, il gallerista Aidan Meller, la considera sia un’artista a sé stante, sia un’opera d’arte concettuale.
In particolare, Ai-Da si è presentata al Concilio Europeo dell’Arte con una esposizione intitolata Saltare nel Metaverso.
Il metaverso con gli occhi di Dante
Quella di Ai-da però non è stata una semplice esposizione, bensì un’occasione per invitare il pubblico ad una riflessione.
Una riflessione su umanità e Intelligenza Artificiale rielaborata ampiamente tramite echi danteschi.
Infatti, in un mondo sempre più rivolto all’intelligenza artificiale, la mostra veneziana di Ai-Da si è focalizzata sul futuro e su come l’umanità interagirà con la tecnologia dell’IA e con l’attesa ascesa del Metaverso.
Ma il tema dello spettacolo ispirato alla Divina Commedia di Dante , indica anche il potenziale lato oscuro della crescente influenza dell’IA sulla nostra vita quotidiana, paragonando il Metaverso al Purgatorio, un luogo a metà strada tra realtà e finzione dove nessuno vuole rimanere bloccato per troppo tempo.
La prima installazione presentata è stata Fiori sulle rive del Lete, creata con fiori stampati in 3D sulla base degli schizzi di Ai-Da;
Tale installazione ha lo scopo di ricordare le rive fiorite del fiume Lete, il fiume dell’oblio, nella Divina Commedia , ed è ispirata ai primi lavori di Alan Turing sull’intelligenza artificiale.
Sono seguiti poi altri richiami alla Divina Commedia, con un ologramma di Ai-Da dal volto girato all’indietro (come gli indovini nel Purgatorio), fino agli autoritratti con gli occhi cuciti che ripetono il destino degli invidiosi.
Ovviamente, la mostra mette in evidenza anche i crescenti talenti di Ai-Da come artista.
Il curriculum di Ai-Da
La realizzato i suoi primi disegni all’Università di Oxford nel 2019, tenendo una matita nella sua mano robotica e disegnando in base a ciò che poteva vedere con gli occhi della sua fotocamera, con l’input degli algoritmi di intelligenza artificiale.
Al 2021 invece, risale il suo primo autoritratto e Venezia ha rappresentato il debutto dei suoi primi dipinti.
Il clou della mostra è stato quando Ai-Da ha dipinto dal vivo, creando quattro ritratti durante la settimana del vernissage.
C’è anche una serie di nuovi autoritratti che ritraggono l’artista robot con gli occhi chiusi.
Oltretutto questa non è stata sicuramente la prima mostra di alto profilo dell’artista.
Infatti, l’artista umanoide ha già esposto alcune sue opere al Design Museum e al Victoria & Albert Museum di Londra,
Lo, scorso autunno invece, ha fatto parte di “Forever Is Now”, la prima mostra di arte contemporanea mai allestita presso la Grande Piramide di Giza.
Qual è lo scopo di Ai-Da?
Le tele realizzate, hanno lo scopo di ricordare al pubblico che la tecnologia è cieca e può essere pericolosa se utilizzata senza riguardo, e riflettono le immagini di Dante che conforta i ciechi nel secondo cerchio dell’Inferno.
I più grandi artisti della storia sono stati alle prese con il loro periodo di tempo, celebrando e mettendo in discussione i cambiamenti della società.
Ai-Da, in quanto tecnologia, è l’artista perfetto oggi per discutere dell’attuale rapporto dell’uomo con la tecnologia.
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