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Uno studio evidenzia la correlazione tra ASMR, ansia e nevroticismo

Facendo ricerche su Youtube è comune imbattersi in video con una particolare sigla: ASMR.

Aprendoli, ci si ritrova dinanzi persone che sussurrano e bisbigliano o che riproducono alcuni rumori, amplificandoli al microfono.

Questo è uno dei modi con cui si esprimono gli ASMR artist, youtuber che si sono specializzati in questa tipologia di video esplosa soprattutto negli ultimi dieci anni.

Questi contenuti hanno conquistato milioni di utenti, che hanno riscontrato dei benefici dati proprio dalla fruizione di queste clip, che inducono rilassamento e benessere.

ASMR: di che cosa stiamo parlando esattamente?

ASMR è l’acronimo di Autonomous Sensory Meridian Response, ovvero qualcosa del tipo: risposta autonoma del meridiano sensoriale.

Concettualmente significa che l’organismo a seguito di determinati stimoli (visivi o uditivi) attiva una risposta del sistema nervoso autonomo.

Meridiano, perché sembra che sia, nell’ambito delle discipline energetiche, il punto più alto di carica di energia.

Sensoriale, perché è data da sensazioni, che il cervello percepisce in seguito a stimoli.

L’esperienza sensoriale non è legata solo all’udito, all’ascolto della voce o di certi rumori: vengono coinvolti anche ad altri sensi.

Può essere visivo, uditivo o la combinazione di entrambi.

In particolare, si è visto che ci sono persone più sensibili quando guardano immagini e altri quando ascoltano dei suoni.

Si capisce, dunque, come rappresenti un’esperienza totalmente soggettiva e questo incide sull’attivazione della risposta.

Insomma, non esiste una modalità univoca e la risposta è individuale, ecco perché non tutti ne traggono beneficio.

Questo sottolinea come, nonostante l’interesse della ricerca sul fenomeno cresce a vista d’occhio, c’è ancora molto che non sappiamo sull’ASMR. 

Nello specifico: perché alcune persone avvertono formicolio e altre no? La comprensione dei tratti della personalità associati all’ASMR può guidarci quando pensiamo all’ASMR come potenziale intervento terapeutico?

Una cosa la sappiamo: c’è un tratto della personalità particolarmente suscettibile all’ASMR

In questo senso, la letteratura emergente suggerisce, ad esempio, come le persone che sono in grado di sperimentare sensazioni ASMR mostrano livelli maggiori di nevroticismo. 

Il nevroticismo o neuroticismo (neuroticism) è un tratto della personalità tipicamente definito come una tendenza alla depressione, all’insicurezza e ad altri sentimenti negativi.

Esso è uno dei tratti fondamentali della personalità secondo il modello teorico dei Big Five.

Gli individui che ottengono un punteggio elevato nella scala del nevroticismo hanno più probabilità della media di essere emotivamente instabili e di provare sentimenti come ansia  preoccupazione, paura, rabbia, frustrazione, umore depresso e solitudine.

Essi rispondono peggio ai fattori di stress e hanno maggiori probabilità di interpretare le situazioni ordinarie come minacciose e le frustrazioni minori come disperatamente difficili.

Non a caso sappiamo che le persone che guardano regolarmente l’ASMR possono farlo per rilassarsi o ridurre lo stress, indicando potenzialmente livelli elevati di ansia.

Attualmente però, ci sono pochissime ricerche che collegano il nevroticismo con l’ansia nelle persone che seguono l’ASMR o sull’effetto della visione di video ASMR sull’ansia. 

Uno studio vuole vederci più chiaro

A tal proposito, per saperne di più sugli effetti dell’ASMR e raccogliere ulteriori prove su questo campo, Giovanna Greer, Docente Senior di Psicologia alla Northumbria University di Newcastle, e il suo team hanno intrapreso uno studio sperimentale reclutando 64 partecipanti.

Questi volontari sono stati selezionati dai forum di chat e dai canali YouTube sull’ASMR e circa la metà di loro (36) ha affermato di poterne sperimentare gli effetti.

Dunque, dopo aver compilato dei questionari che misurassero i loro livelli di nevroticismo e ansia generale, sulla base di sondaggi standard, i partecipanti hanno guardato un video di 5 minuti che raccoglieva alcuni dei trigger ASMR più comuni.

Al termine del video, i ricercatori hanno somministrato un secondo sondaggio per misurare i loro livelli di ansia.

L’analisi statistica delle risposte dei partecipanti ha rilevato che i soggetti che sperimentavano ASMR avevano livelli più elevati di nevroticismo e ansia di tratto, nonché livelli più elevati di ansia di stato prima di guardare il video,

Tuttavia, questo tipo di ansia è stato ridotto dopo il video e gli sperimentatori di ASMR hanno riportato un maggiore livello di beneficio dal video. 

Al contrario, i non esperti non hanno subito una riduzione dell’ansia di stato dopo il video.

Ulteriori analisi hanno suggerito che le differenze nel nevroticismo e nell’ansia tra chi fa esperienza di ASMR e chi non lo fa esperienza spiegano statisticamente la differenza osservata nel cambiamento pre e post-video nell’ansia, evidenziando la potenziale importanza di questi tratti della personalità.

 Sì, ma cosa significano questi dati?

Possiamo quindi stabilire come tale studio abbia fornito due importanti spunti, ovvero:

  • nuove prove riguardanti i tratti che possono caratterizzare le persone che soffrono di ASMR
  • un’indicazione che l’ASMR potrebbe avere un potenziale come trattamento alternativo per l’ansia.

In questo senso, al gruppo di studio guidato dalla dott.ssa Greer, bisogna sicuramente riconoscere il merito di aver confermato come le persone con livelli di ansia elevati hanno maggiori probabilità di sperimentare ASMR quindi di guardare contenuti per ridurre suddetta ansia.

Sebbene ciò sembri logico considerando che le persone che cercano l’ASMR spesso lo fanno per motivi terapeutici, i risultati dello studio suggeriscono anche che l’ASMR può avere effetti di riduzione dell’ansia più in generale.

Quindi, se le persone sono inclini al nevroticismo e/o all’ansia, possono trarre beneficio dalla visione dell’ASMR, anche se esse non guardano regolarmente video o sperimentano il classico formicolio.

Ora, poiché lo studio ha preso in considerazione un campione relativamente piccolo di persone non va escluso che i volontari osservati possano avere una certa predisposizione all’ASMR.

Quindi sarà importante condurre ricerche con più partecipanti anche per quanto riguarda l’impiego dell’ASMR come intervento psicologico per l’ansia.

La neuroscienza del “formicolio”

Nel frattempo, i risultati di recenti studi di neuroimaging stanno cominciando a fare più luce su questo fenomeno. 

Utilizzando un tipo di imaging cerebrale chiamato elettroencefalografia (EEG), i ricercatori hanno dimostrato che l’attività elettrica nota per essere associata al rilassamento aumenta in risposta agli stimoli ASMR. 

Questi studi suggeriscono che l’ASMR porta a cambiamenti nell’attività cerebrale tipicamente associati a uno stato rilassato.

Ulteriori ricerche di neuroimaging completeranno gli studi comportamentali e aiuteranno a identificare i meccanismi che potrebbero essere alla base delle capacità di riduzione dell’ansia dell’ASMR.

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