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Woebot: il chatbot che vuole fare lo psicologo

L’obiettivo di Woebot sembra essere quello di sostituire psicologo e psicoterapeuta, offrendo sostegno nei momenti di difficoltà, ansia o umore basso.

Woebot infatti è un chatbot che utilizzando l’AI e i social media monitora il tuo stato di salute psicologica e utilizza semplici tecniche ‘terapeutiche’ per fornire un aiuto mirato e ‘concreto’.

Questo è il principio sul quale si basa Woebot che attraverso Facebook Messenger può fornire una forma di terapia cognitivo-comportamentale (o CBT, da Cognitive Behavioural Therapy).

Un esempio di come la utilizza?

Ad esempio, se un tuo amico si dimentica del tuo compleanno e tu scrivi a Woebot dicendo che “Nessuno si ricorda mai di te” o che “Nessuno ti vuole bene”, il chatbot ti risponderebbe che stai utilizzando un self-talk negativo che non rispecchia la realtà dei fatti.

Tu hai amici che ti vogliono bene e si ricordano di te. Uno di loro, e non tutti, si è dimenticato di farti gli auguri. 

Cosa può fare Woebot?

– Tracciare un grafico del tuo umore;
– Darti utili consigli;
– Insegnarti comportamenti più funzionali grazie alla CBT;
– Farti sentire meglio (c’è già uno studio che lo conferma);
– Essere presente 24/7 (e questo è un bene?);
– Imparare a conoscerti, sempre meglio.

Woebot è il frutto di diversi anni di studio sia sul tema dei chatbot sia sulla possibilità di digitalizzare alcune forme di terapia. È il caso appunto della CBT secondo Alison Darcy, ideatrice del chatbot e ora CEO della startup che ne sta portando avanti lo sviluppo e che offre Woebot come servizio in abbonamento.

Attraverso le conversazioni che porta avanti con i suoi “pazienti”, Woebot impara i tratti del loro carattere e parallelamente cerca di dare consigli utili su come gestire le emozioni negative. Si tratta di un approccio puntuale e mirato su situazioni specifiche, in cui si parte da un problema e chattando si cerca di definirne le possibili soluzioni.

I test pratici, tra l’altro controllati anche da ricercatori della Stanford University School of Medicine, indicano che l’approccio effettivamente funziona.

I test condotti su 70  partecipanti (studenti che presentavano ansia o umore basso) hanno evidenziate una diminuzione dei sintomi dopo 2 settimane.

D’altro canto Woebot ha molti vantaggi dal punto di vista del paziente.

Soprattutto è sempre reperibile in qualsiasi momento, quindi può intervenire quando il suo trattamento è più richiesto, ad esempio proprio quando il paziente ha un attacco d’ansia magari in piena notta e non può certo cercare un terapista umano.

Voi cosa ne pensate?

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