Skip to content
bereal

BeReal: genuinità in un mondo socialmente costruito

BeReal è l’app di cui tutti parlano: ideata nel 2020 da Alexis Barreyat e Kévin Perau, nel 2022 ha visto oltre 53 milioni di download in tutto il mondo.

In contrasto con altri social, primo fra tutti Instagram, BeReal prende il nome dal fatto che ci si mostra per quel che si è realmente, senza filtri e senza possibilità di modificare le foto a piacimento.

Vediamo insieme in cosa consiste e come può essere un rimedio contro il dismorfismo corporeo.

E tu, l’hai già scaricata?

Come funziona BeReal

L’app prevede di attivare le notifiche così da ricevere, una volta al giorno, un messaggio che ti comunica che è il momento di aprire BeReal. A quel punto vengono scattate due foto, come se la prospettiva fosse a 360 gradi. Sullo schermo appariranno due fermi immagine, in piccolo quello catturato dalla fotocamera interna, in grande quello che coglie la telecamera esterna. Non ci sono filtri, non c’è possibilità di modificare la foto. Tutti ti vedono per chi sei, dove sei e come sei in un dato momento. Inoltre, c’è un tempo prefissato di 120 secondi per poter scattare.

Viene segnalata qualsiasi azione “poco naturale”: se scatti la foto più di una volta o se salti uno degli alarm. Puoi sempre ripubblicare, ma viene notificato alla tua rete di amici che lo hai fatto in ritardo. Anche perché a tutti coloro che sono aggiunti su BeReal arriva la notifica della pubblicazione nello stesso momento!

Vi è possibilità di aggiungere commenti e reazioni a quanto pubblicato, e tra queste bisogna evidenziare le “real emoji”. Sembrerebbe che le persone siano sempre più spronate ad aggiungere reazioni con stickers delle proprie facce buffe.

Altro aspetto curioso è che hai un limite di persone che possono essere aggiunte alla tua rete, quasi a voler simulare quanto accade nella vita reale. Siamo realisti anche sul numero di persone che effettivamente si conoscono nella vita!

Aspetti rivoluzionari (e positivi) dell’app

BeReal risulta essere un’app innovativa se messa al confronto con gli altri social utilizzati in tutto il mondo. Tra gli aspetti positivi da segnalare:

  • L’orario di notifica che ti invita a pubblicare le foto è casuale: varia di giorno in giorno e in questo modo la persona non può prepararsi anticipatamente
  • I post sono limitati e l’alarm è una sola volta al giorno: così non si corre il rischio di diventare dipendente dai social e di investire tutte le energie e il tempo della giornata lì. Piuttosto, BeReal costituisce un brevissimo momento di distrazione dalle attività in cui si è impegnati e un modo di farsi una risata osservando che gli altri, naturali, sono più simili a noi di quanto pensiamo!
  • L’impossibilità di aggiungere filtri e, tutto sommato, di non potersi mettere in posa, ci fa apparire per quel che siamo, in tutta la nostra imperfetta bellezza

BeReal contro il dismorfismo corporeo

Il dismorfismo corporeo nel DSM-5 (manuale di riferimento per la diagnosi dei disturbi mentali) fa parte del capitolo dei disturbi ossessivo-compulsivi.

Si fa diagnosi di disturbo da dismorfismo corporeo quando la persona è preoccupata per uno o più difetti del proprio corpo che non vengono notati – o appaiono lievi – agli occhi degli altri. In risposta alla sofferenza che provano, i pazienti affetti da tale disturbo ripetono in maniera compulsiva una serie di azioni. Ad esempio si guardano frequentemente allo specchio, o si paragonano ad altri.

L’avvento dei social network ha amplificato la prevalenza del disturbo da dismorfismo corporeo. Instagram, soprattutto, si presenta come una vetrina, dove i corpi di modelli, influencers e personaggi famosi sbucano in ogni dove, rendendo quasi inevitabile il confronto. Inoltre la possibilità di utilizzare dei filtri che cambiano enormemente i connotati ha portato molte persone a non accettarsi per quel che si è e a voler modificare aspetti del proprio corpo.

Attualmente si parla di Dismorfia Digitale, una nuova forma di dismorfismo (approfondisci qui)

La progettazione di BeReal parte da studi effettuati sulle rappresentazioni distorte della realtà che i social portano a fare. Il risultato è un’app in cui non si ha la possibilità di utilizzare filtri, di indugiare, e dove il vedere altre persone al naturale ti fa sentire parte di un mondo vero.

Finalmente si accorcia la distanza tra mondo social e mondo reale, tra quel che si è e si vorrebbe essere utopisticamente.

Se sei interessato a questa e altre tematiche, seguici sulla nostra Community di Psicologi Digitali cliccando qui.

Questo articolo ha 0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna su
Cerca